Si attende nei prossimi mesi l’uscita di un bando di cofinanziamento della Regione Emilia Romagna destinato alle Piccole e Medie Imprese per la redazione diagnosi energetica dell’azienda e per l’ottenimento della certificazione UNI EN ISO 50.001. Ma di cosa si tratta concretamente?

La DIAGNOSI ENERGETICA è un’analisi volta a fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un’attività, un impianto industriale o anche di un edificio, che permette di individuare e quantificare le diverse opportunità’ di risparmio energetico in termini di costi benefici; un’analisi non solo tecnica quindi ma anche economica.

La NORMA UNI EN ISO 50.001 fa parte della grande famiglia dei Sistemi di Gestione, tra cui sono più note le norme inerenti la gestione della qualità (ISO 9001) e la gestione ambientale (ISO 14001 ed EMAS). La 50.001 si concentra sulla gestione dell’energia e attraverso un insieme di procedure, misure ed analisi permette di tenere sotto controllo i consumi energetici e attivare un processo di miglioramento continuo in grado di aumentare il grado di efficienza dei processi.

Il bando regionale è l’ultimo step di un percorso che trae origine dalla Direttiva Europea 2012/27/UE, recepita in Italia con il D.lgs. 102 del luglio 2014. Se da un lato il Decreto ha introdotto l’obbligo per le grandi aziende e quelle cosiddette “energivore” di redigere la diagnosi energetica entro il 5 dicembre scorso (art. 8), dall’altro mette a disposizione dei fondi dal 2014 al 2020 per le PMI da distribuire sul territorio nazionale attraverso programmi regionali.

A tal fine il Ministero ha pubblicato un bando a cui hanno risposto 14 Regioni: le risorse messe a disposizione dallo Stato per il cofinanziamento dei programmi ammontano a circa 10 milioni di euro a cui se ne aggiungono altrettanti di fondi regionali.

La Regione Emilia Romagna è assegnataria di 1.194.000 euro (DM 21 dicembre 2015): stando all’impostazione ministeriale gli incentivi saranno destinati a coprire il 50% delle spese di diagnosi o certificazione e potranno essere ottenuti solo SUCCESSIVAMENTE alla realizzazione degli interventi individuati nella diagnosi energetica.

Un meccanismo di incentivo più diretto e non vincolato alla realizzazione degli interventi, che talvolta possono essere molto onerosi, avrebbe sicuramente risposto in modo più efficace alle necessità e alle aspettative degli operatori del settore e delle aziende. Tuttavia la tematica è interessante visto l’enorme potenziale di risparmio: ad esempio, per l’industria meccanica italiana considerando soltanto di interventi sui sistemi ad aria compressa, si è stimato un potenziale risparmio complessivo di circa 335 GWh al 2020 e tempi di payback tra 1 anno e 1 anno e mezzo.