Schema di funzionamento del processo di cogenerazione

Come abbiamo visto nel precedente articolo, dal 2018 anche per l’installazione di impianti di micro-cogenerazione sarà potenzialmente concesso un finanziamento Ecobonus.

Gli impianti di cogenerazione permettono un utilizzo più efficiente della risorsa combustibile primaria (ad esempio gas metano), che viene sfruttata per produrre simultaneamente elettricità e calore.

Schema di funzionamento del processo di cogenerazione

L’efficienza del combustibile viene in questo modo aumentata fino ad oltre l’80%, riducendo i costi di approvvigionamento e le emissioni in atmosfera rispetto all’ordinaria produzione separata.

Il principio teorico che sta dietro a questa tecnologia è peraltro abbastanza elementare: per produrre energia immettiamo un combustibile primario in un impianto di generazione dotato di un motore e di un trasformatore. Durante questo processo, molta energia viene dissipata sotto forma di calore (avete presente il cofano di una automobile dopo un lungo viaggio?!): perché quindi non recuperare quel calore anziché perderlo come scarto di processo?

Questi schemi aiutano meglio a capire il meccanismo che porta al risparmio: un impianto di cogenerazione permette la produzione di energia elettrica e termica con solo un 17% di perdita totale, quindi con un’elevata efficienza. Per produrre una pari quantità di energia utile attraverso due impianti convenzionali, serve una quantità di combustibile primario una volta e mezzo superiore, e i due processi portano ad una perdita totale del 44%!

Confronto fra cogenerazione e impianti di generazione ordinaria di energia

Il risparmio, sia economico che energetico, è evidente. Bisogna però sottolineare che, essendo la produzione elettrica e termica combinata e simultanea, un vero vantaggio si avrà soprattutto laddove ci sia contemporaneo fabbisogno di entrambi i tipi di energia prodotta.
Anche per questo motivo la tecnologia ha avuto enorme successo in alcuni settori industriali, oppure in grandi impianti civili pubblici (per esempio gli ospedali), mentre nelle abitazioni e nei condomini fa ancora fatica a diffondersi. Eppure i margini di vantaggio ci sarebbero anche per i privati cittadini grazie agli impianti di micro-cogenerazione, quegli impianti cioè con una potenza non superiore ai 50 kW e votati prevalentemente alla produzione di energia termica: in ambito condominiale, per esempio, un impianto del genere potrebbe coprire le esigenze elettriche degli ambiti comuni (illuminazione scale ed esterni, ascensori), oltre a fornire una quota di riscaldamento invernale.

Secondo uno studio pubblicato un anno fa da Althesys, se nei prossimi quattro anni venisse installato un impianto di micro-cogenerazione al giorno  si otterrebbe un beneficio netto economico di 1,80 Euro per ogni Euro investito, nonché un taglio di mezzo miliardo di tonnellate di CO2 emessa in atmosfera.

Senza contare che la tecnologia offre ulteriori possibilità: si parla infatti anche di tri-generazione, con produzione di elettricità, riscaldamento e raffreddamento (un impianto di questo tipo è stato recentemente installato presso l’Ospedale Maggiore di Parma), ma anche di quadri-generazione, con ulteriore produzione anche di acqua calda o vapore.

Insomma, la micro-cogenerazione offre oggi notevoli opportunità, e si spera che grazie al nuovo Ecobonus (che prevede, ricordiamo, una detrazione fino a 100.000 Euro nel caso si sostituisca un impianto già esistente con un micro-cogeneratore che porti al risparmio di almeno il 20% del combustibile utilizzato) questi impianti si diffondano sufficientemente sul territorio fino a diventare di comune utilizzo.