Se abbiamo in casa un camino aperto, una vecchia stufa a legna o una vecchia caldaia a biomassa è possibile sostituirla a costo zero, aggiungendo agli incentivi nazionali i contributi del bando biomasse della Regione Emilia-Romagna. C’è tempo fino al 31 dicembre 2023.

IL BANDO REGIONALE

In questo articolo vi avevamo già parlato dell’inquinamento atmosferico generato dalla combustione di legna e pellet negli impianti di riscaldamento domestico; le ricerche scientifiche di Arpae hanno rivelato che il problema è molto significativo, più di quanto si possa immaginare: più della metà delle famigerate polveri PM10 deriva infatti da questi impianti. Un caminetto aperto inquina quanto 4300 caldaie a metano, con conseguenze dirette sulla salute se pensiamo che le emissioni sono prodotte all’interno dell’abitazione! Il problema è particolarmente preoccupante soprattutto nei Comuni della Pianura Padana, dove le emissioni in atmosfera si combinano alla stagnazione dell’aria.

FONTE: ANCI ER.

Proprio per contribuire al miglioramento della qualità dell’aria, la Regione Emilia-Romagna ha bandito contributi per i privati, che supportano la sostituzione dei generatori di calore alimentati a biomassa vecchi e inefficienti con generatori a biomassa legnosa di ultima generazione, oppure con pompe di calore.

Qual è l’aspetto interessante di questi contributi regionali? È che sono pensati per consentire ai cittadini di fare interventi “a costo zero”, andando ad aggiungersi agli incentivi nazionali del Conto Termico 2.0 fino a raggiungere il 100% delle spese ammissibili. Vediamo come funzionano.

COSA DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE CAPIRE DEL BANDO

La finalità della Regione è eliminare le cause dell’inquinamento atmosferico. Per questa ragione il contributo è concesso solo se viene demolito il vecchio impianto (tranne nel caso del camino aperto allestito con inserto camino, come vedremo più avanti nell’articolo).

Inoltre, la Regione promuove la transizione alle tecnologie più aggiornate ed efficienti, anche se non ancora pienamente presenti sul mercato (es. inserto camino a 5 *). Il bando dura tre anni in cui ci si aspettano nuove innovazioni tecnologiche.

Il contributo regionale è pensato per integrare il Conto Termico 2.0, che può incentivare gli interventi fino al 65% delle spese ammissibili. Significa che la prima cosa da fare è assicurarsi di aver correttamente provveduto a richiedere gli incentivi al GSE, e solo successivamente procedere con la richiesta di integrazione alla Regione. Infatti, la documentazione richiesta dalla Regione Emilia-Romagna per concedere il contributo integrativo ricalca quella richiesta per ottenere l’incentivo Conto Termico.

Infine, i contributi sono dei “rimborsi”: occorrerà quindi accertarsi di poter portare a termine l’acquisto con la liquidità necessaria e, successivamente, richiedere prima il Conto Termico 2.0 e poi il contributo regionale.

CHI SONO I BENEFICIARI DEI CONTRIBUTI REGIONALI

I contributi regionali sono destinati alle persone fisiche residenti nei Comuni dell’Emilia-Romagna delle zone di pianura (IT0893 – Pianura Est, IT0892 – Pianura Ovest, IT0890 – Agglomerato di Bologna), che siano:

  • Proprietari;
  • Detentori/utilizzatori;

di una unità immobiliare di qualsiasi categoria catastale, in cui intendano intervenire attraverso la sostituzione di un camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia legna/pellet di potenza inferiore o uguale a 35 kW, con classificazione ambientale inferiore o uguale alle 4 stelle, con:

  • nuovi impianti a biomassa <= 35kWt almeno 5 stelle;
  • pompe di calore.

Nel file scaricabile qui potete vedere i Comuni delle zone di pianura, destinatari del bando.

CONDIZIONI DI ACCESSO AI CONTRIBUTI REGIONALI

Sono due le condizioni inderogabili per accedere al contributo regionale:

  1. il beneficiario sia già assegnatario del contributo del “Conto Termico” da parte del GSE. L’incentivo regionale si configura come una percentuale aggiuntiva rispetto a quello rilasciato dal GSE.
  2. rottamazione/demolizione del vecchio generatore di calore a biomassa legnosa e contestuale acquisto e installazione di un nuovo generatore di calore a 5 stelle, secondo le tipologie stabilite dal bando. La rottamazione (o demolizione, in caso di sostituzione di camino aperto) è fondamentale per escluderne l’utilizzo in futuro.

Inoltre, sono ammessi contributi solo per:

  • interventi di sostituzione (non sono ammessi casi di nuova installazione)
  • una sola richiesta di contributo da parte del medesimo soggetto
  • cittadini residenti nei Comuni qui riportati .

PERIODO DI VALIDITÀ DELLE SPESE AMMISSIBILI

I contributi sono retroattivi in quanto sono rimborsate le spese effettuate dal 7 gennaio 2021.

Le domande di incentivo possono essere presentate alla Regione entro il 31 dicembre 2023

QUALI IMPIANTI SI POSSONO SOSTITUIRE

Gli impianti da sostituire sono camini aperti o inserto camino, stufe e caldaie a legna/pellet. Gli impianti devono avere:

  • potenza al focolare inferiore a 35 kW
  • classe di efficienza energetica inferiore o uguale a 4 stelle (Classificazione ai sensi del DECRETO 7 novembre 2017, n. 86 – Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide).

QUALI SOSTITUZIONI POSSONO ESSERE INCENTIVATE

I nuovi impianti possono essere generatori a legna o pellet di ultima generazione o pompe di calore.

I generatori ammessi a finanziamento devono avere le seguenti caratteristiche:

  • potenza al focolare inferiore a 35 kW
  • classe di efficienza energetica a 5 stelle (Classificazione ai sensi del DECRETO 7 novembre 2017, n. 86 – Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide), comprovata con certificazione ambientale.

Abbiamo chiarito, confrontandoci direttamente con la Regione Emilia-Romagna, che le sostituzioni possibili sono quelle riportate nella tabella seguente.

ALTRE COSE DA SAPERE

Siccome il contributo è pensato per essere complementare all’incentivo del Conto Termico 2.0, le spese rendicontabili e ammissibili a contributo sono quelle già previste dal GSE. In generale le spese rendicontabili sono:

  1. smontaggio e dismissione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente, parziale o totale;
  2. acquisto e installazione: fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, dei sistemi di contabilizzazione individuale;
  3. opere idrauliche e murarie necessarie per la sostituzione a regola d’arte dell’impianto di climatizzazione invernale preesistente;
  4. interventi sulla rete di distribuzione, sui sistemi di trattamento dell’acqua, sui dispositivi di controllo e regolazione, sui sistemi di emissione;
  5. prestazioni professionali connesse alla realizzazione dell’intervento.

Come per il Conto Termico, il contributo regionale non è cumulabile con le detrazioni fiscali.

Il nuovo impianto dovrà essere regolarmente iscritto a CRITER – Catasto Regionale Impianti Termici. L’iscrizione andrà dimostrata con i codici di targatura dell’impianto.

Il contributo viene erogato a sportello e pertanto verranno erogati contributi in ordine cronologico di arrivo delle domande fino ad esaurimento delle risorse.